
Dal luogo del godimento dei romani alla basilica. Come nasce Santa Maria in Trastevere
Ogni angolo della piazza di Santa Maria in Trastevere finisce con l’appartenere al portico della basilica omonima. Fu Carlo Fontana a firmarne il progetto nel 1702. L’occhio viene immediatamente attratto da quella galleria, dagli archi, preludio a una visita (quella all’interno della basilica) preziosa per la sua ricchezza, non solo sotto il punto di vista dell’arte.
I mosaici del XIII secolo, con il protagonismo del mondo femminile (ad eccezione del piccolo Gesù, le figure nel mosaico sono Maria e dieci donne), guardano dall’alto della facciata i tanti turisti che affollano il rione. Anche sul campanile romanico c’è un mosaico. Quel che si vede all’esterno è un’anteprima di quel che si potrà ammirare all’interno della basilica.
Entrando non si sa da che parte volgere lo sguardo, si è colpiti e anche un po’ disorientati da tutta la ricchezza visibile. Non è facile orientarsi in un luogo di culto come questo, frutto del lavoro di più secoli. Dell’ingegno, dell’arte e dell’abnegazione di tante persone diverse, appartenute ad epoche lontane tra loro. La basilica sarebbe sorta per volontà di papa Callisto I che qui diede vita a una comunità cristiana (siamo più o meno nel 217). Altre fonti narrano di una sorgente d’olio situata proprio qui, segno che annunciava agli ebrei l’arrivo del Messia.
Quel che vediamo oggi risale in gran parte al 1138-1148, quando venne realizzata una ricostruzione per volontà di papa Innocenzo II. I materiali per i lavori provenivano per lo più dalle Terme di Caracalla. Bellezza trasferita dal luogo che i romani avevano destinato al godimento e alla cura del corpo a tutt’altro tipo di costruzione, a un tempio cristiano.
La basilica odierna è un sovrapporsi di storie e di materiali, di creatività e di sensibilità di provenienza diversa e oggi è visitata da turisti provenienti da ogni angolo del globo. Se la religione può non essere il motivo della visita, altre ragioni spingono ad entrare nella basilica, ragioni che rimandano alla storia e all’arte; alla vita di questo rione, dove Santa Maria in Trastevere è un punto di riferimento fondamentale. E se si resta un po’ storditi dalla multiforme testimonianza che il sito offre, visitarlo con Rosy Smart City Tours offre senza dubbio un sostegno importante, un campionario di possibilità per cogliere al meglio la bellezza del luogo e il suo valore.
I mosaici di Pietro Cavallini con le Storie di Maria (1240-1330) sono talmente estesi e finemente realizzati da costituire un unicum. E poi c’è la Cappella Altemps, i preziosi organi a canne, gli stucchi di Antonio Gherardi nella cappella Avila, il soffitto a cassettoni in legno, davvero impressionante. Tutto quel che la basilica custodisce può essere interpretato con l’aiuto delle tour leader di Rosy Smart City Tours. C’è la possibilità di fare percorsi privati o in gruppo, attraverso Trastevere e il Ghetto ebraico, passando per l’Isola Tiberina. Un tour nel cuore di Roma. Tra strade, vicoli, storia, arte e degustazioni di cibo. La tradizione appresa attraverso la migliore cucina romano-giudaica.