Castel Sant’Angelo e la Cagliostra, cella per le celebrità

Le vicende del commissario fantasma Leonardo Cagliostro (protagonista della fortunata fiction Rai La porta rossa) fanno immediatamente pensare all’enigmatico personaggio storico che ha lasciato dietro di sé una lunga scia di leggende.

Castel Sant’Angelo, in origine mausoleo per l’imperatore Adriano e per i suoi successori, ha subito diverse trasformazioni durante il medioevo e il rinascimento. A pochi passi dal Vaticano, al quale è collegato da un lungo corridoio (il Passetto) è stato anche e soprattutto una prigione e una residenza/rifugio per i papi (vi trovò riparo Clemente VII durante il sacco di Roma, nel 1527).

In quella prigione, oggi monumento visitato da turisti provenienti da ogni angolo del mondo, hanno scontato la loro pena diverse celebrità. Uno di questi personaggi ha lasciato il segno, più di altri, la cella in cui è stato detenuto è nota con il nome Cagliostra (“stanza” riservata a prigionieri privilegiati).

La legge non era evidentemente uguale per tutti e qualcuno riceveva un trattamento di favore. Fu così per Giuseppe Balsamo Conte di Cagliostro, avventuriero nato in Sicilia nel 1743 e dedito all’esoterismo e all’alchimia. Correva l’anno 1789, in Francia si faceva la Rivoluzione, il volto della storia cambiava per sempre. Nasceva una nuova era per l’Europa.

L’italiano Cagliostro, noto per le sue doti di guaritore e alchimista persino a San Pietroburgo, veniva imprigionato proprio nel 1789; in seguito la Santa Inquisizione lo avrebbe condannato al carcere perpetuo, per eresia, massoneria e altri reati. Un anno (il tempo della detenzione) gli fu più che sufficiente a lasciare un segno indelebile anche all’interno dell’ex mausoleo. Non sarebbe stato quello il suo sepolcro, però. Fu trattenuto lì in attesa del verdetto. Dopo circa 365 giorni, appunto, il Conte fu trasferito altrove. Precisamente nella fortezza di San Leo, in cima a una roccia con pareti a strapiombo (in provincia di Rimini), dove ricevette ben altro trattamento. Gli destinarono una cella chiamata Pozzetto, con una sola feritoia per finestra. Fu picchiato e torturato e nel 1795 trovò la morte.

A Castel Sant’Angelo la Cagliostra è collocata a nord del luogo dove risiedevano i papi. Non è una stanza, piuttosto un appartamentino con un corridoio e tre sale, una centrale e le altre due laterali. Sono le sale Della Cigogna e Del Delfino.

È un ambiente carico di fascino, come lo è l’intero monumento. Le pareti della “cella” sono state affrescate in epoca rinascimentale da Luzio Luzi. I motivi sono quelli grotteschi e greco-romani. Dopo vent’anni, gli spazi che hanno ospitato l’alchimista di Palermo e altri prigionieri sono tornati visitabili nel 2015.

Perché si chiama Castel Sant’Angelo, l’edificio nato come mausoleo? Ve lo svela una guida esperta di Rosy Smart City Tours in un percorso privato con accesso prioritario (senza bisogno di fare la fila). Due ore di meraviglia, immersi nel fascino della storia. Un’esperienza davvero unica.

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