A Largo Argentina a Roma è un po’ come essere a Strasburgo

Alle idi di marzo del 44 a.C. Giulio Cesare cadde vittima di una congiura ordita da sessanta senatori, guidati da Bruto e Cassio. Cesare aveva appena trasformato la repubblica in dittatura, dichiarandosi dittatore a vita. Con la sua eliminazione fisica, i congiurati credettero di difendere i valori della tradizione repubblicana.

Cesare era stato tradito anche da Bruto, al quale l’imperatore si rivolse prima di cadere ai piedi della statua di Pompeo. Pronunciò una frase destinata a rimanere nella storia: Bruto, anche tu, figlio mio? Questo assassinio di Stato, come oggi potremmo definirlo, fu compiuto nel luogo che oggi chiamiamo Largo Argentina. Nel cuore di Roma, tra l’Altare della Patria, la via delle Botteghe Oscure, il Quartiere ebraico e non molto distante da piazza Navona.

Il sito venne alla luce tra il 1926 e il 1929, durante i lavori di demolizione del vecchio quartiere; lavori avviati per fare spazio a nuove costruzioni. La risistemazione urbanistica fece emergere uno dei più importanti complessi archeologici della città. Si tratta di quattro templi di epoca repubblicana posti su una superficie lastricata. Uno di questi templi ha pianta circolare, ed è dedicato alla dea della Fortuna del giorno presente.

L’area archeologica è visitata da molti turisti, attratti soprattutto dall’idea di vedere il luogo in cui Cesare trovò la morte. Si racconta che l’attrice Premio Oscar Anna Magnani si recasse spesso in zona, per portare cibo alle colonie di felini che avevano scelto la piazza lastricata come dimora.

È importante sapere che la zona è denominata largo di Torre Argentina per via di una costruzione che non si trova nel perimetro del sito archeologico. La torre cui il toponimo fa riferimento è quella del Palazzo del Burcardo (precisamente di Johannes Burckardt), cerimoniere di Papa Alessandro VI. Il vescovo argentinensis (com’era definito) diede il nome ‘Argentina’ alla torre del suo palazzo, in via del Sudario. La terra di Borges e Maradona non c’entra. Il Burcardo volle omaggiare la sua città d’origine: Argentoratum, nella Francia orientale, al confine con la Germania. La città è l’attuale Strasburgo, sede del Parlamento europeo e della Corte europea dei diritti dell’uomo. Strasburgo viene dal latino Strateburgos, ovvero la città delle strade, toponimo alternativo al più antico Argentoratum.

Il Palazzo del Burcardo (che ospita la SIAE e la Biblioteca e Museo teatrale del Burcardo) si affaccia, con lo storico Teatro Argentina, sulla piazza con il sito archeologico. Qui è ben visibile anche un’altra torre, quella del Papito, nei cui pressi sorge un edificio medievale.

Il desiderio di visitare la città eterna si unisce sempre a quello di assaggiare le specialità della tradizione, quelle nate secoli fa, oggi proposte in veste diversa o rimaste inalterate, a seconda dei casi. Il Tour Roma cena a tappe e passeggiata è quel che ti suggeriamo. Un Food Tour Privato, idea di Rosy Smart City Tours. Una ‘cena dinamica’ nel centro storico di Roma, cioè le portate servite a tappe, tra le magnificenze della città eterna, comprese le aree attorno al Pantheon e Largo Argentina (tra gli altri luoghi). Tracciano il percorso, dal punto di vista culinario, i supplì, i famosissimi carciofi alla giudia, la pasta fresca, l’eccellente vino italiano e i dolci. Uno in particolare è il dolce più desiderato. Scegli il Tour Roma cena a tappe e saprai qual è.