Festeggiare il Thanksgiving Day viaggiando

Mancano pochi giorni alla festa che unisce tutti gli americani. Anche in Italia c’è chi strizza l’occhio al Thanksgiving Day. Tra gli statunitensi c’è chi preferisce celebrare la famosa ricorrenza in modo non tradizionale. Single e viaggiatori in solitaria, coppie, famiglie e gruppi si mettono in viaggio proprio l’ultima settimana di novembre e festeggiano l’arrivo dell’ultimo giovedì del mese incontrando altre culture. Molti scelgono di trascorrere il Thanksgiving Day in Italia, magari disegnando da sé la vacanza e includendo nel viaggio uno o più tour di Rosy Smart City Tours. Prenotare uno dei tanti percorsi tra il Lazio e la Puglia è oltretutto vantaggioso, in questo momento.



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Per comprendere l’importanza del Thanksgiving Day o Giorno del Ringraziamento bisogna andare indietro nel tempo di qualche secolo. Fondamentalmente è una giornata attraversata dal sentimento di gratitudine per quanto ricevuto durante l’anno. Ma il passaggio storico che ha generato il Thanksgiving Day riguarda l’arrivo in territorio americano dei padri pellegrini partiti dall’Inghilterra con la Mayflower, nel lontano 1621. L’approdo è importante, ma è solo l’inizio, e l’adattamento richiede tempo. Quel tempo passava senza che gli inglesi potessero comprendere in quale contesto agricolo fossero finiti. Non conoscevano il territorio, né disponevano di mezzi adatti per lavorare in campi così differenti da quelli che avevano lasciato in Europa. Le loro conoscenze in ambito agricolo erano ovviamente limitate. Furono i nativi, gli indiani d’America ad aiutarli. Insegnarono loro a coltivare, accanto alle altre specie vegetali, il granoturco e ad allevare gli animali, tra i quali anche il tacchino (ecco perché è un simbolo del Giorno del Ringraziamento).



Fin qui le radici della festa. Dovettero passare altri secoli perché la celebrazione divenisse una consuetudine e poi fosse ufficialmente inserita nel calendario. Stando alle cronache, il primo festeggiamento con tanto di banchetto fu organizzato nel Massachusetts. Anche i nativi americani furono invitati a condividere mais, cereali, zucca, tacchino e frutta secca, quel giorno.



In seguito, il presidente George Washington rese il giorno del ringraziamento (scritto volutamente in minuscolo, in questo caso) festa nazionale per tutto il Paese. Era il 1789, un anno che avrebbe cambiato la storia dell’Europa e del mondo. Dopo varie vicissitudini e la cancellazione della ricorrenza, nel 1863 il presidente Abraham Lincoln decise che il quarto giovedì di novembre dovesse essere, da quel momento in poi, la giornata dedicata al ringraziamento. Dal 1941 è una festa legalmente riconosciuta dal Congresso.



Il Thanksgiving Day è anche un modo per celebrare l’incontro e la cooperazione tra popolazioni e comunità diverse. È la festa che pone in primo piano una parola qualche volta trascurata – grazie – e quindi implicitamente suggerisce l’importanza di essere accanto a qualcuno, nelle difficoltà.



La festa quest’anno viene celebrata il 24 novembre. In America si stanno già preparando a vivere una giornata che solitamente viene condivisa in famiglia e con le persone care, davanti a una tavola super imbandita, dove il piatto principe è il tacchino ripieno. Nel menu, tra le altre specialità, anche il cornbread e la pumpkin pie. Ma cosa significa venire in Italia per il Thanksgiving day? Quali contaminazioni possono nascere, a livello culinario? E perché i percorsi di Rosy Smart City Tours possono essere il luogo privilegiato di queste contaminazioni e dell’incontro tra culture? Seguiteci e lo scoprirete. Ma soprattutto prenotate un tour, magari uno Street Food Tour. Che veniate dall’America o da un altro continente, Rosy Smart City Tours crea sempre l’occasione giusta per dire grazie all’Italia.

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