
I solo travelers e l’espressione della libertà attraverso i percorsi di Rosy Smart City Tours
I viaggiatori solitari, un tempo guardati con sospetto o addirittura stigmatizzati, stanno rivoluzionando l’intero settore del turismo. Le statistiche elaborate da Condor Ferries, un autorevole operatore turistico attivo tra Gran Bretagna e Francia, confermano che più del 58% dei millennials ha viaggiato almeno una volta da solo. Se ci si riferisce alla generazione dei boomers, la percentuale cambia. Siamo, in questo caso, al 47%.
I solo travellers rappresentano oggi l’11% del mercato e sembrano essere disposti anche a spendere di più per l’alloggio (il 5% in più). Guai però a pensare che la tendenza sia soltanto il frutto dei comportamenti e delle abitudini dei più giovani. In realtà i solo travellers tra gli ultracinquantenni sono in crescita.
Se si deve dar credito al sito americano Traveler World, la maggior parte di chi viaggia in solitaria ha più di cinquantacinque anni. Sarebbero soprattutto le donne a preferire questa modalità di viaggio.
L’Italia non è affatto esclusa da queste dinamiche, anzi risulta essere una meta molto ambita da chi viaggia in solitaria. Per quel che riguarda il turismo interno siamo in genere indotti a pensare che sia caratterizzato da vacanze in famiglia, in coppia o di gruppo. Ma si tratta di una proiezione, un’immagine piuttosto stantia del nostro Paese, non più del tutto corrispondente alla realtà. Le vacanze classiche, per così dire, non sono tramontate, ma si registrano cambiamenti importanti nelle richieste, destinati inevitabilmente a modellare (lo fanno già) il lavoro e l’offerta dei tour operator.
Restando in Italia e scendendo nel dettaglio, il desiderio di lanciarsi in un’avventura da soli (senza che l’espressione evochi scenari alla Indiana Jones) è comune a moltissime persone. Hostelworld (un servizio di booking rivolto a chi cerca sistemazione in un ostello) ha preso in considerazione i dati delle prenotazioni relative al nostro paese, effettuate da viaggiatori in solitaria tra il 2014 e il 2017. Dall’analisi di questi numeri, è emerso che l’Italia è il secondo Paese più richiesto, dopo la Spagna, dai solo travellers.
Il fenomeno piuttosto omogeneo a livello mondiale è, in qualche modo, spinto anche dai social e dalle dinamiche che generano. ‘Solo’ non è sempre sinonimo di ‘solitario’, anche se dal punto di vista linguistico lo è. Il digitale sta cambiando anche il nostro modo di osservare e di vivere il mondo.
Anche durante un solo travel, se si vuole, non si perde mai la compagnia dei propri follower. I viaggiatori pubblicano sulle loro pagine social le esperienze di viaggio e in alcuni casi diventano degli influencer. Tante imprese di successo nell’ambito del turismo, in Italia e all’estero, sono nate in questo modo: postando compulsivamente foto e pensieri da ogni angolo del mondo a chiunque fosse in linea.
Non esiste una sola tipologia di viaggiatore in solitaria. Molti partono alla ricerca di sé stessi, altri invece tentano di crearsi un nuovo universo di relazioni, magari cercando il contatto di persone con connotazioni culturali completamente differenti dalle proprie; altri ancora viaggiano per il piacere di esplorare luoghi senza distrazioni sociali, magari dedicandosi completamente ai paesaggi, urbani o naturali che siano.
Il gruppo per alcuni non viene mai meno, ma resta qualcosa da vivere a distanza (virtualmente), perché si preferisce l’autonomia di decisione, la totale indipendenza dagli altri. Scegliere dove andare e quando, senza subire condizionamenti. Sono per lo più questi elementi che rendono appetibile un’esperienza in solitaria.
Ma l’indipendenza non è asocialità, sottolineiamo ancora una volta. Poter seguire un solo travellers, nei suoi percorsi, svelerebbe molte sorprese a livello sociologico. Quando si è soli in realtà è più facile socializzare. La condizione di libertà estrema cui ci si espone in questo genere di esperienze predispone proprio al contatto con l’altro, alla conoscenza.
Il viaggiatore solitario disegna il percorso, sceglie i luoghi da vedere, quelli che secondo la sua sensibilità meritano una sosta più lunga e quelli dai quali è meglio allontanarsi presto, verso altre mete. Ed è così che incontrano i tour di Rosy Smart City Tours. Aperti a tutti, naturalmente. Sicuramente adatti a chiunque scelga di essere l’autore della propria vacanza. I solo travelers hanno la possibilità, con Rosy Smart City Tours, di condividere una visita esperienziale in Puglia o nel Lazio (tra l’altro tra le mete più ambite dai solo travellers), lasciando per qualche ora (anche una soltanto) il timone, pur restando totalmente fedeli alla propria scelta di indipendenza. Il valore di un tour (privato o in gruppo) vissuto con le tour leader di Rosy è nelle emozioni nuove che regala a qualsiasi esperienza di viaggio.
A maggior ragione nel caso del solo traveling. Emozioni, conoscenza e, se si vuole, un canale privilegiato di socializzazione, che passa anche attraverso la condivisione dei percorsi del gusto. Altrimenti il tour può restare privato, e le emozioni andranno a mescolarsi con le altre che il solo travelers avrà già in custodia nella sua memoria.
Libertà massima nella scelta dei tour, alla scoperta della storia di un luogo, della sua cultura, anche quella culinaria. In sintesi della sua essenza. In modalità private o in gruppo (quest’ultima possibilità equivale a una finestra alla quale affacciarsi lungo il cammino da solo traveler), Rosy Smart City Tours vi aspetta in Puglia e nel Lazio.