La fragilità di Civita di Bagnoregio è anche la sua forza

Nel 2019 più di un milione di persone ha percorso il lungo e stretto ponte (l’unico accesso) che porta a Civita di Bagnoregio (i dati sono riportati dal National Geographic). Due anni prima il borgo era stato il primo in Italia a chiedere ai turisti un contributo di cinque euro in cambio della visita della ‘città che muore’. Così fu definita dallo scrittore Bonaventura Tecchi che, con quelle parole, volle porre l’accento sulla fragilità del luogo.

Il numero esiguo dei residenti (un vantaggio dal punto di vista occupazionale, visto che si registra un tasso di disoccupazione inferiore all’1%) è compensato da quello dei numerosissimi visitatori.

A Civita, frazione di Bagnoregio in provincia di Viterbo, si arriva perché spinti dalla curiosità di essere in un luogo che si sta lentamente sgretolando. Il suo fascino è indiscutibile: Civita è arroccata su una collina tufacea e collegata a Bagnoregio attraverso un’unica via. Il borgo sembra sospeso nel vuoto, soprattutto in presenza di certe condizioni atmosferiche, ed è tutt’altro che morente. Ha un cuore pulsante di cultura e tradizioni, artigianato e spiritualità. Si trova a nord di Roma (a poco più di 100 chilometri dalla capitale) e oggi attrae milioni di turisti da ogni parte del mondo. Il suo profilo spicca nella valle dei calanchi, tra il lago di Bolsena e la valle del Tevere.

Qualche anno fa il consigliere regionale del Molise Antonio Tedeschi aveva pensato di proporre un bonus di 700 euro a chiunque si fosse trasferito a Civita, per avviare un’attività. Le domande erano letteralmente piovute sulle scrivanie dei rappresentanti istituzionali, moltissime dall’estero. La città si è via via spopolata, a causa dell’erosione progressiva della roccia su cui sorge (il fiume la erode), dei terremoti e degli eventi naturali che l’hanno colpita, sin da secoli remoti. Nel Medioevo la porzione di terra che ospita questo gioiello era tre volte più grande.

La fisionomia della città è chiaramente etrusca, trattandosi di un centro fondato dall’antico popolo vissuto per lo più nell’area che oggi corrisponde all’Italia centrale, tra il IX e il I secolo avanti Cristo. Impossibile, per i viaggiatori, perdere un’esperienza così particolare come la visita del borgo. È iscritto, tra l’altro, all’associazione dei Borghi più belli d’Italia e candidato a diventare Patrimonio Unesco.

Le produzioni cinematografiche e televisive adorano Civita di Bagnoregio e geologi molto attenti come Mario Tozzi studiano soluzioni per rallentare e fermare il processo di erosione. A Civita sono state registrate anche popolari trasmissioni televisive, e chi cerca spazio da esplorare o da vivere, con poca presenza umana e tante possibilità di contatto con le espressioni della natura, trova in questo borgo il posto del cuore. Trova pace e serenità, ma anche emozioni intense. La Valle dei Calanchi è uno spettacolo della natura che resta ben impresso nella memoria, come nel cuore resta Civita.

Con Rosy Smart City Tours c’è la possibilità di visitarla e di conoscere contestualmente anche Bolsena. La piccola città sorge al confine con l’Umbria e la Toscana e la sua storia è strettamente legata a quella dell’omonimo lago, il più grande d’Europa di origine vulcanica. Nel Duecento qui avvenne, secondo le fonti, il miracolo eucaristico. Per sapere di cosa si tratta, non resta che prenotare il Day Trip Bolsena – Civita di Bagnoregio, grazie al quale è possibile conoscere non solo la storia e i segreti delle due località, ma anche assaggiare le specialità di Civita. Al termine della visita, la sosta in uno dei tanti ristorantini del posto è un altro modo per continuare a dialogare con la Valle dei Calanchi.

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