 
Sul mare d’Otranto per guardare a oriente
Un luogo solare come Otranto ha dato il nome al primo romanzo gotico della storia della letteratura. Scritto in un mese (complice un viaggio in Italia) e pubblicato nel 1764, Il castello di Otranto del britannico Horace Walpole ha in qualche modo anticipato i romandi di Edgar Allan Poe, Bram Stoker, Robert Louis Stevenson e di altri grandi autori. Non è tuttavia del libro ambientato nella città più a oriente d’Italia che ci occupiamo, quanto della fortezza di Otranto che dà il nome allo scritto.
Per chiudere la parentesi su Walpole, sembra che lo scrittore abbia anche coniato la parola serendipity (recuperate il film omonimo, se non l’avete visto), ovvero la capacità di trovare per caso qualcosa o qualcuno, mentre si cerca altro.
A Otranto si va per cercare la mediterraneità e una ‘passerella’ per l’Oriente. Si va per il suo orizzonte bagnato dal mare, per la mescolanza di storia e storie che trasuda da ogni edificio, strada, affaccio. Si desidera raggiungere Otranto per le sue architetture, per il suo clima, per il profilo delle sue barche, per la sua cucina e per lo splendore del suo castello.
Costruito in epoca bizantina a scopo di difesa dalle aggressioni delle popolazioni provenienti da Oriente, aveva la forma di un quadrilatero (oggi la sua pianta è pentagonale) incorniciato da quattro torri circolari. Forse quel che colpisce di più nell’incontro con questa fortezza è la sua figura che ancora oggi è saldamente parte delle mura della città. E le mura di cinta di Otranto sono, a loro volta, parte del castello. Se la prima impressione rimanda alla difesa, più si osserva la costruzione, più si affacciano alla mente altre immagini. Si pensa alla forza della città, un tempo centro greco e romano, poi bizantino (da qui l’impronta orientale), in seguito aragonese (un castello che lo ricorda moltissimo, nello stile, si trova a Taranto, sul canale navigabile). Attualmente è un’importantissima meta turistica e un punto d’approdo o di partenza per tanti viaggiatori. Il bello di Otranto (oltre alle sue meraviglie) è proprio nella sua identità, che è ‘inizio’ e ‘fine’ al contempo.
La fortezza ha subito nel tempo, soprattutto tra 1200 e 1500, numerose modifiche che ce l’hanno consegnata nel suo aspetto attuale. Il suo ingresso è favorito da un ponte, tutt’intorno si può vedere un’altra espressione della difesa: un fossato molto profondo. Al suo interno è possibile visitare spazi di assoluto fascino, come corridoi molto stretti, sale dalle geometrie particolari, i sotterranei e le mostre che periodicamente la fortezza ospita.
Quanta storia s’affaccia da quel castello sul mare…Per molti, Otranto è il punto di incontro tra lo Jonio e l’Adriatico. E per voi cosa significa questo luogo? Scopritelo con il Day Trip Otranto – Santa Cesarea – Castro, disegnato da Rosy Smart City Tours. Un itinerario di sei ore, alla scoperta di queste località della provincia di Lecce, tra cattedrali romaniche (come quella di Otranto), villaggi di pescatori, fantastici scorci salentini, palazzi dallo stile arabeggiante, terrazze che si affacciano sulle alte scogliere e un meraviglioso pranzo a base di pesce (a Castro) o lungo la costa (in una masseria, per la degustazione di formaggi e prodotti tipici della zona). Un Day Trip unico, in una terra unica.
 
				  	 
       
          
          
          
          
         