
La diversità culturale è la manna dal cielo. Scopriamo il Ghetto ebraico con un Tour speciale
Chi di noi non ha mai pronunciato il termine ‘manna’, riferendosi a qualcosa di estremamente ricco o vantaggioso, piovuto quasi dal cielo, quindi inaspettato? I frassinicoltori siciliani sanno bene cosa sia la Manna che cade dal cielo (secondo la Bibbia). L’esodo del popolo ebraico avrebbe forse avuto un altro destino, senza la manna. A chi domandava cosa fosse quella delizia, Mosè rispose che si trattava di pane mandato dal Signore.
Gli israeliti erano nel deserto e avevano evidentemente ben poco da mangiare quando, con il vento, arrivò la famosa manna. Oggi l’ultima regione che in Italia produce questa sostanza è la Sicilia.
La manna non esiste, se non nell’incontro tra l’impegno dell’uomo e la generosità dell’albero, in particolare del frassino orniello. Infatti, il dono (in senso letterale e metaforico) che tutti speriamo di ricevere ‘dal cielo’, nelle situazioni difficili, non è un frutto che cresce spontaneamente, ma una linfa che si estrae, con una particolare incisione, dal legno di piante e alberi della famiglia dei frassini. La sostanza è biancastro/giallognola e di sapore dolce, ha anche proprietà curative ed è l’ingrediente ‘segreto’ di tanti buonissimi dolci mediorientali e siciliani. Può essere usata anche nelle preparazioni salate e, poiché il suo elemento principale è il mannitolo, ovvero lo zucchero di manna, è utile anche per la preparazione di liquori. Si presenta sotto forma di cannelli; è davvero oro per il palato. Per gli occhi, la sua estrazione è uno straordinario spettacolo.
L’uso, non solo in cucina, della manna è un classico esempio di integrazione culturale. Ebrei, cristiani, musulmani conoscono i benefici di questa sostanza, ne conoscono gli impieghi. Eppure, richiama fortemente un passaggio della storia ebraica, un passo di un testo sacro. Uno tra i più letti al mondo. Siamo nello spirito della Giornata Mondiale della Diversità Culturale per il Dialogo e lo Sviluppo (21 maggio) e vogliamo celebrare la ricchezza che l’incontro tra culture genera, in ogni occasione.
È la meravigliosa magia che si respira quando si viaggia: la scoperta di altri luoghi, quindi di altre abitudini, di un patrimonio immateriale sconosciuto o poco conosciuto, come nel caso del termine manna. Esso entra spesso nei discorsi comuni, ma altrettanto spesso se ne ignora l’origine.
Dalla manna siciliana a Roma, il passo è breve. Una visita del Ghetto ebraico, nella Giornata della diversità culturale (come in altri momenti dell’anno) è un’idea da realizzare, con quella curiosità che avvicina, che ha il sapore dell’inclusività, dell’incontro e della meraviglia. Di fronte alla diversità, quindi alla ricchezza comune dovremmo lasciar sprigionare solo stupore e desiderio di conoscenza. Gioia, in una sola parola. Il Tour in gruppo Trastevere e Ghetto ebraico Street Food e passeggiata è una miscela di storia e degustazione di cibo della tradizione giudaico-romanesca.
La visita proposta da Rosy Smart City Tours parte proprio dalle vie del Ghetto, luogo dove le voci della storia sono ancora vive; un posto molto affascinante, anche sotto l’aspetto architettonico, con un punto di riferimento monumentale: la bellissima sinagoga, la più grande di Roma. Attraverso l’isola Tiberina (il concetto di ponte ritorna), si raggiunge il quartiere storico di Trastevere e la magia è completa. Cultura da gustare, incontri da accogliere a braccia aperte nella Giornata che unisce, valorizzando le differenze. Il viaggio riesce a fare anche questo.