Alla Fiera dei Pupi di Lecce si modella il Natale

Viaggiare a dicembre consente di intraprendere un doppio percorso. Da una parte i luoghi, dall’altra le tradizioni legate al Natale, che di quei luoghi segnano la storia. Si può non essere particolarmente interessati ai riti sacri, si può appartenere a un’altra fede religiosa, ma in chi viaggia la curiosità resta la spinta più importante, anche rispetto ad avvenimenti legati a un momento particolare dell’anno.

I presepi viventi sono un evento. Una rappresentazione plastica della storia o comunque di ciò che è stato tramandato dalle fonti religiose. La ricostruzione dal vivo della Natività assume, in alcune regioni, carattere artistico. E non solo: i presepi offrono ai turisti e ai viaggiatori l’opportunità di visitare location suggestive, rese ancora più affascinanti dalle ricostruzioni dal vivo. I centri storici dei comuni pugliesi sono tra i luoghi più visitati, in questo periodo, anche per via dei presepi viventi. Lo sono alcune masserie, le gravine (la cui morfologia è perfetta per calarsi nella storia), le campagne della Puglia, gli edifici storici appartenuti all’antica aristocrazia locale.

Ogni location si carica di nuovo valore, dal punto di vista del turista e di chi viaggia, perché ad animare i siti ci pensano i personaggi dei presepi viventi. Con una immersione in un’altra epoca, ci si ritrova accanto a figure che non sarebbe mai possibile incrociare nella vita contemporanea, in abiti ovviamente lontanissimi da quelli della moda attuale. Pastori, fabbri, filatrici, un nome quest’ultimo che fa pensare immediatamente a un celebre dipinto. Non si può fare a meno di citarlo, anche se non ha alcuna parentela con i presepi viventi. Si tratta dell’omonima tela (Le filatrici) di Diego Velázquez. Ecco le connessioni che si generano quando si viaggia con la mente.

I presepi viventi possono essere fonte di mille riflessioni, generare fiumi di domande e agganciare altre storie, altre epoche. Basta osservare con occhi curiosi. Curiosità da soddisfare, viaggiare non è che questo. E altro. Molto altro ancora.

Gli allestimenti sono, in genere, realizzati dalle associazioni locali, gli abitanti del luogo scelgono di interpretare un ruolo per l’occasione. Nel Salento si ammirano presepi viventi in diverse località, tra le quali Castro e Gallipoli.

Lecce è la capitale di queste tradizioni. Non esiste Natale a Lecce senza la Fiera dei Presepi e dei Pupi. Rinomate bancarelle che hanno ben settecento anni di storia da raccontare. Lecce diventa la capitale del legno, della creta e della cartapesta, materiali che acquisiscono un’anima nelle mani dei Maestri Pupari. Diventano infatti Pupi e vanno a popolare i presepi.

Chi è a Lecce per vacanza o per lavoro in questo momento dell’anno assiste a qualcosa di straordinario, un’attività che impegna le mani, con sapienza. Una festa della creatività e dell’arte celebrativa; mani che plasmano la vita di un passato lontano più di duemila anni. Ci vuole tecnica, abilità, competenza per modellare un pupo. Una figura unica che comparirà in un allestimento della Natività, all’interno di una casa di Lecce, di Milano o di qualsiasi altra città (i turisti acquistano i pupi e fanno viaggiare anche loro). E se si vuole, si può portare a casa un intero presepe.

La Fiera dei Presepi e dei Pupi è (volendo fare un parallelo) il San Gregorio Armeno del Salento. Due città del Sud, Napoli e Lecce, due diverse declinazioni del Natale. A Lecce, a fare da scenario agli stand e alle bancarelle sono la bellissima piazza Sant’Oronzo e l’architettura barocca del Duomo, con le luminarie tipiche del periodo, anch’esse motivo d’attrazione.

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